Mindfulness e costanza
La pratica della consapevolezza o Mindfulness è un mezzo che ci consente di andare al di sotto del livello superficiale delle nostre esperienze di vita nel momento in cui esse accadono. Spesso tali situazioni sono offuscate da emozioni e pensieri abitudinari che non ci permettono di vedere la verità in ciò che sta realmente accadendo.
Nella vita quotidiana, ci aiuta a vedere chiaramente ciò che deve essere fatto, ciò che siamo capaci di fare e ciò che va oltre la nostra normale comprensione. Ovviamente, non è facile essere consapevoli in questo mondo, ma possiamo sviluppare la consapevolezza attraverso la pratica della meditazione formale e praticando la consapevolezza “in ogni momento della nostra vita”.
La consapevolezza può essere quindi descritta come una “coscienza focalizzata sul presente” (Hyland, Lee & Mills, 2015). In altre parole, un individuo consapevole non sta continuando a pensare al passato nè si preoccupa del futuro; è presente nel qui ed ora.
La consapevolezza aiuta le persone ad avvicinarsi positivamente agli altri e le protegge dalle emozioni negative e dall’agitazione di un’altra persona regolando l’emotività in modo appropriato e diminuendo la reattività (Glomb et al., 2012).
Ma quanto spesso dovresti praticare la Mindfulness? È più importante la concentrazione o la costanza?
Kabat-Zinn è un professore americano di medicina e il creatore della “Clinica per la riduzione dello stress” e del “Centro per la consapevolezza in medicina, assistenza sanitaria e nella società ” presso la University of Massachusetts Medical School.
Attraverso le sue ricerche ha notato come una pratica quotidiana di 30-45 minuti offra benefici per la salute, compresa la riduzione dell’ansia e dei sintomi depressivi, il miglioramento della memoria, l’aumento delle funzionalità del sistema immunitario e persino la diminuzione della pressione sanguigna e dei marcatori di infiammazione.
Un altro studioso, Sorensen ha sottolineato come “la ricerca di uno stato di quilibrio tramite la mindfulness, si basa su una pratica costante e quotidiana. Non ci sono ancora abbastanza ricerche su come la pratica informale (ovvero una volta ogni tanto) – incluse l’utilizzo di app e strumenti simili – offrano benefici.”
Thomas Prince paragona la pratica della mindfulness ad una maratona. Se in allenamento tutto ciò che fai è correre per brevi distanze, non stai preparando il tuo fisico alla resistenza. Allo stesso modo, ascoltare un’app pochi minuti alla settimana non avrà gli stessi risultati di un corso di consapevolezza di otto settimane, per esempio, o la pratica quotidiana della mindfulness.
Si può dire perciò che la quantità e la costanza siano molto importanti nella pratica della mindfulness. Ma la buona notizia è che quando inizi la meditazione, non è la qualità, ma piuttosto la quantità delle sessioni che ne fanno un’abitudine.
Basta completare sessioni ultra-corte di due minuti per undici giorni. Se lo fai, le tue possibilità di successo nel mantenere quell’abitudine salgono al 90%.
Una volta stabilita l’abitudine, si possono allungare le sessioni a 4, 5, 10, 20 minuti al giorno. Senza un’abitudine la probabilità di fallire è però molto alta.
L’investimento nel tempo in meditazione è minuscolo. Ti siedi tranquillamente per due minuti e inizi.
È anche importante non essere attaccati ai risultati, non esiste il buono e il cattivo, nè chi sa praticare la consapevolezza e chi no.
Serve pratica, costanza, e desiderio di rendere la propria vita più nostra, ed essere noi stessi gli artefici di essa.