Cosa succede durante la terapia

Quando non conosciamo qualcosa, possiamo esserne immotivatamente spaventati. Capire cosa succede durante la terapia può aiutare a togliere dubbi e quindi a decidere di chiedere aiuto quando necessario. Qualche settimana fa abbiamo visto i principali pregiudizi sulla terapia, vediamo oggi cosa succede quando ci si reca presso uno psicoterapeuta.

Cosa devo dire durante la terapia?

Questo è un dubbio che può prendere molte persone. Dovrò parlare? Da che parte devo cominciare? Innanzi tutto non esiste una scaletta o un ordine giusto in cui esporre il proprio problema, quindi non è necessario preoccuparsi troppo di questo aspetto. D’altro canto, se si è consapevoli di alcuni problemi presenti o di altri sintomi, come ansia, insonnia, irrequietezza immotivata, rabbia ecc. è bene farlo presente al terapeuta, in modo che durante le sedute si possa raggiungere con i tempi adeguati il cuore del disagio.
Il terapeuta infatti non è un veggente e non è in grado di leggere la mente e più si riesce ad aprirsi in maniera sincera, prima si potrà capire l’origine dei propri disturbi ed arrivare ad una risoluzione.

Quanto tempo dura la terapia?

La terapia ha una durata variabile, dipende dalla propria personalità, dal terapeuta e dalla scuola da lui seguita, dal tipo di problema… insomma le cause sono molte e fittamente interconnesse tra loro. Non esiste un tempo giusto e uno sbagliato, come le cose da dire.
Meno resistenze si hanno nel parlare del proprio problema e più velocemente si procederà, in linea generale. Bisogna anche tenere conto che a volte questi “freni” sono del tutto inconsci e possono venire fuori solo dopo qualche seduta. Razionalmente si desidera risolvere il problema, ma la paura della sofferenza o del cambiamento possono impedire il progredire della terapia. Questo tipo di contrattempo non deve spaventare, anzi portare alla luce le resistenze inconsce è il primo passo per liberarsene.

Cosa succede esattamente durante una seduta?

Anche qui… dipende. A seconda del tipo di scuola seguita dal terapeuta potrebbe intervenire qualche volta oppure spesso, fare delle domande, assegnare degli esercizi, ecc. Come per gli argomenti sopra, non esiste un sistema “migliore” di un altro in senso assoluto, ma possono esserci metodi con cui ci si trova meglio o che si ritengono più adatti ad un caso piuttosto che ad un altro.
In ogni caso, se si presentano dubbi o perplessità, è bene parlarne subito e chiaramente con il proprio terapeuta, in modo da capire come si strutturerà il percorso a grandi linee.

Conclusioni

Quando si sceglie di andare in terapia si è già compiuto un grande passo verso la risoluzione del problema, ma non significa che tutto il percorso sia in discesa o che il terapeuta possa fare il lavoro al posto del paziente. Bisogna tenere conto dell’impegno emotivo che richiede, ma anche delle soddisfazioni che si avranno quando si noteranno i primi progressi.


NOTA: le informazioni di cui sopra sono a scopo informativo. Le informazioni fornite nel presente documento non devono essere utilizzate durante alcuna emergenza medica o per la diagnosi o il trattamento di qualsiasi condizione medica.

DICHIARAZIONE DI NON RESPONSABILITÀ: queste informazioni non devono sostituire la ricerca di cure mediche professionali e responsabili.

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