Approfondimento: Corso di Hatha Yoga & Meditazione
Percorsi di ricerca interiore
Corso di Hatha Yoga & Meditazione
Lo Yoga è una Scienza immensa che si dirama in numerose “Vie”. L’Hatha Yoga è una di queste, è lo Yoga che attraverso pratiche fisiche e mentali si occupa della struttura corporea e psico-energetica dell’uomo. L’Hatha Yoga dona benefici immensi ed è composto da innumerevoli tecniche tutte mirate alla salute del corpo e della mente.
Una seduta comprende diverse pratiche:
gli esercizi dinamici sono stati concepiti per sciogliere le tensioni muscolari, la rigidità dei tendini e dei legamenti, per eliminare i depositi di tossine nelle giunture e per ripristinare la resistenza fisica e la tonicità del corpo in generale.
Le Asana (Posture Statiche), sono le Posizioni classiche dello Yoga. Esse aumentano la flessibilità e l’agilità del corpo, lo snelliscono bruciando i depositi di adiposi e allineano la struttura scheletrica agendo particolarmente sulla colonna vertebrale apportando così innumerevoli benefici all’organismo e a tutto il sistema nervoso.
Per finire, lo Yoga del Sogno (Rilassamento Yoga Nidra), insieme alla concentrazione (Dharana) e alla meditazione (Dhyana), completano e chiudono la seduta occupandosi della dimensione sottile sopra-mentale (o spirituale). La meditazione appunto.
La cosiddetta meditazione (Dhyana) non è una tecnica ma uno stato di silenzio interiore il quale viene raggiunto quando la nostra concentrazione su un oggetto (Dharana) si prolunga nel tempo e la coscienza si fonde o diviene un tutt’uno con l’oggetto stesso (comunemente ci vuole molto, molto tempo).
Per cui volendo essere precisi non esistono al mondo “tecniche di meditazione”, questo termine viene usato perché ormai è entrato a far parte del linguaggio comune e la gente lo identifica immediatamente con questo genere di pratica. Per semplificare le cose anche noi adotteremo questo modo di parlare comune.
Durante il Corso attraverseremo diversi stadi.
Cominceremo preoccupandoci di lavorare sullo strato più superficiale della mente e via-via che il Corso prosegue penetreremo in quelli più sottili sperimentando stati di coscienza sempre più espansi.
La mente, sia chiaro, non rimarrà ferma e in parecchi momenti i nostri compagni di viaggio saranno agitazione, noia, torpore, pensieri di ogni tipo, emozioni differenti ecc. e la nostra concentrazione sarà molto spesso disturbata.
Qui voglio chiarire una volta per tutte il grande fraintendimento che esiste intorno alla pratica “meditativa”. Nel corso degli anni ho parlato con molte persone che si sono cimentate, o per meglio dire che hanno provato a praticare per poi mollare immediatamente (per i motivi appena elencati sopra) la via della meditazione.
Chiacchierando con loro mi sono spesso sentito dire “non sono portato per questo genere di pratica”, non sapendo invece che quello legato all’iper-attività mentale è un processo naturale che fa parte del cammino iniziale (ma non solo) della “meditazione”.
Cerchiamo di capire in chiave psico-energetica che cosa accade interiormente durante la pratica. Normalmente, nella vita quotidiana, noi siamo continuamente distratti da tutto ciò che ci circonda e alterniamo momenti di assorbimento nei pensieri ad altri in cui siamo impegnati con altre attività che ci allontanano (solo a livello superficiale) da essi.
Quando a occhi chiusi sediamo immobili per la pratica “meditativa” ogni impegno con le attività esterne viene a mancare. Ne consegue che ci troviamo faccia a faccia con la nostra psiche e questa si manifesterà a noi senza argini di contenimento.
Tutto questo travaglio interiore non indica una mancanza di idoneità a questo genere di percorso ma è il segnale inequivocabile che l’inconscio sta “spurgando” le sue tossine psichiche.
Attraverso la Consapevolezza e l’Equanimità, osservando tutto ciò che sperimentiamo con Tranquillità e Distacco noi eliminiamo (gradualmente nel tempo) queste tossine. Come il fuoco brucia il legno allo stesso modo (per una legge naturale presente in natura) l’Equanimità depotenzia e poi dissolve i samskara e i vasana (impressioni karmiche e tendenze subconscie) che si nascondono nelle profondità più remote della mente e che si presentano a noi sotto forma di pensieri, ricordi, immagini, simboli, sensazioni corporee ed emotive, stati di agitazione, torpore, rabbia, tristezza, noia, impazienza, fastidio e tanto altro ancora.
Essi sono i nostri traumi, i nostri limiti, le nostre paure, i nostri dolori, ma anche i nostri attaccamenti, la bramosia, i rimpianti, i nostri complessi di inferiorità e di superiorità, le nostre malattie fisiche.
La pratica meditativa quindi è un atto di purificazione ed è un bene che ciò che normalmente è sommerso venga finalmente portato a galla.
Attraverso la pratica e lavorando in questa direzione la persona si sente sempre più vitale, lucida, luminosa, aperta e serena.
Aumenta l’autostima, la fiducia in se stessi, l’empatia col prossimo, la calma e la sicurezza interiore.
Sul piano fisico la rimozione di schemi inconsci riporta le frequenze elettromagnetiche deviate (da essi), che creano patologia, alla loro naturale frequenza, cellule, molecole e atomi ripristinano così la loro vibrazione originale riportando il corpo alla stato naturale di salute.
Questo processo fa parte di leggi fisiche sottili naturali, non è nulla di mistico o astratto. Ecco perchè la Meditazione induce benessere interiore e spesso guarigione fisica e mentale.
La pratica della Meditazione quindi è un percorso progressivo della nostra coscienza attraverso i diversi livelli della mente, è un assorbimento interiore che inizia con la purificazione degli strati più superficiali della psiche, prosegue in quelli più profondi e culmina con la trascendenza della mente individuale nella Fonte dell’irradiazione creatrice.
Questa realizzazione “metafisica” è la meta finale della meditazione, il compimento dello Yoga e di ogni sentiero spirituale esistente.
Il Corso è aperto a tutti, partiamo da zero e la pratica potrà essere sostenuta da chiunque e senza limiti di età. Nell’Hatha Yoga ogni postura ha le sue varianti, le più semplici possono essere eseguite facilmente sia da coloro che si trovano in sovrappeso e da chi è privo di flessibilità e sia da coloro che si trovano avanti con gli anni. Stesso discorso vale per la Meditazione, alla base c’è la conoscenza della tecnica (che non è per nulla complessa come molti pensano) e la costanza nella pratica.
Il Corso quindi segue un percorso sistematico adatto a tutti, una metodologia di lavoro che partendo dal principio accompagna il praticante verso un sempre maggiore miglioramento e benessere psico-fisico.
Per chi fosse interessato, il percorso verrà presentato con una breve sessione di prova (gratuita) sabato 3 dicembre alle ore 9:30 (venite in abiti comodi).
> Scopri come partecipare
Transitando nel Bardo
(Percorso Meditativo e Visionario negli Stati Intermedi)
La rivelazione del Bardo Thos-Grol, qui in occidente conosciuto come “Il Libro Tibetano dei Morti” (ma in realtà il tema del trapasso e di cosa ci aspetterà dopo il trapasso è affiancato da altre esperienze esistenziali) fa parte degli insegnamenti del Buddhismo Tibetano Vajrayana, ma è influenzato dalla religione sciamanica Bon, la religione tibetana antecedente l’arrivo del Buddhismo in Tibet.
Il suo insegnamento è di natura universale, il simbolismo che lo permea serve solo a raccontare la mappa cosmologica dell’esistenza, e indica la via per evolvere verso stati più espansi e sottili di coscienza, ad allargare la percezione fino ad abbracciare la Libertà e finalmente uscire dal ciclo incessante di morte e rinascita (Samsara).
Il Samsara appunto… Immaginiamo l’esistenza disegnata come un grande cerchio, o se preferiamo come un “fluido” che scorre in una grande ruota (Samsara). Dividiamo ora questo cerchio, questa ruota in sei diversi segmenti, sei tratti di percorso che però si susseguono senza interruzioni, dove la vita fluisce in un continuo circolare. Ecco, il periodo, lo spazio che va da un punto all’altro di ogni segmento è chiamato Bardo, o stato intermedio, e delinea un’esperienza esistenziale specifica, una delle sei cui il nostro principio mentale sperimenta nel Samsara.
Gli stati intermedi che suddividono questa “Ruota dell’Esistenza” (Samsara) sono i seguenti:
- Bardo del momento della Morte (Chikai Bardo): Disgregazione ed esperienza della Darmakaya la Vacuità Primordiale Immanifesta
- Bardo del dopo Morte (Chognyid Bardo, o Dharmata): Esperienza della Sambogakaya o Vacuità manifesta nella natura sottile luminosa
- Bardo del Divenire (Sidpa Bardo): Esperienza della Rinascita ed entrata nella Nirmanakaya o Vacuità manifesta in forma grossolana
- Bardo della Vita Terrena (Kyoni Bardo): Esperienza dello Stato di Veglia
- Bardo dello stato di Sogno (Milam Bardo): Esperienza del Sogno
- Bardo dello stato di Meditazione (Samtem Bardo): Esperienza della Meditazione
Cosa sappiamo di questi sei stati?
Noi “conosciamo” quello della Vita Terrena e del Sogno, qualcuno ha approcciato la Meditazione, ma degli altri tre non ne abbiamo nemmeno idea, sono celati in memorie subliminali sepolte nell’oblio. Già così la nostra condizione esistenziale risulta essere parecchio menomata, ma il grosso problema è che anche i cosiddetti stati intermedi a noi famigliari (Veglia, Sogno, e per alcuni Meditazione) in realtà sono a noi sconosciuti.
I grandi yogi, i lama tibetani, gli sciamani di ogni angolo del mondo, affermano da sempre che viviamo esistenti in una matrice energetica interamente connessa col tutto, e in uno stato di realtà che invece (per come noi intendiamo questa parola) non è veramente “reale” ma solo un riflesso del processo mentale interconnesso ad essa. Questa visione che fino a poco tempo fa era relegata nell’ambito “esoterismo, misticismo, spiritualismo, ecc.” adesso è supportata a denti stretti anche dalla scienza ufficiale grazie alle recenti e sbalorditive scoperte sull’interazione di mente e materia avvenute con lo studio delle particelle infinitesimali (Meccanica-Fisica Quantistica). Quindi in realtà non siamo consapevoli neanche del Bardo della Vita Terrena.
La verità è questa, noi non percepiamo realmente neppure la nostra esperienza quotidiana, e tanto meno quella più eterea che riguarda lo stato di sogno, stato che è connesso con essa. Sprofondiamo nel sonno entrando in una dimensione inconsapevole di oblio, e da li i sogni sorgono e si palesano come esperienze psichiche incontrollate. È insegnato invece che il Sogno è uno stato esperienziale che dovrebbe essere vissuto nella consapevolezza di ciò che accade, è un mezzo che abbiamo e che dobbiamo utilizzare per attuare veri e propri viaggi psichedelici diretti alla conoscenza della manifestazione sottile, le proiezioni psichiche che normalmente abbiamo sono soltanto la parte superficiale della realtà del sognare.
Non conosciamo realmente lo stato di veglia nè quello del sogno, di conseguenza non conosciamo veramente nemmeno la meditazione, e degli altri tre bardo non abbiamo più nessuna memoria. Praticamente siamo foglie trasportate qua e là in balia dei venti dell’inconsapevolezza.
Ora, l’obiettivo che qui umilmente ci proponiamo di realizzare è quello di intraprendere un cammino che ci indirizzi verso un processo anche solo intuitivo di questi sei stati esistenziali, iniziare un percorso di esplorazione attraverso pratiche yogico-sciamaniche che cominceremo a conoscere con la presentazione sabato 3 dicembre alle ore 10:45.
Le tecniche che utilizzeremo possono essere suddivise in cinque grandi gruppi:
- Contemplazione Indotta (Viaggio Visionario Guidato)
- Rivelazione Spontanea (Viaggio Visionario Spontaneo)
- Meditazione con Oggetto
- Meditazione senza Oggetto
- Pratiche Energetiche
Le pratiche saranno mirate allo sviluppo della concentrazione e del silenzio interiore, all’interazione meditativa e visionaria con gli stati intermedi del Chikai Bardo (processo della Morte-Chiara Luce Madre), Chognyid Bardo (dopo Morte- Luminosità della Dharmata), del Sidpa Bardo (Rinascita-Proiezioni Mentali) e con la Cosmologia Sciamanica dei Tre Mondi e le forze che li abitano. Approcceremo inoltre la pratica del Sogno Lucido (Milam Bardo), e ci dedicheremo allo sviluppo delle qualità del Distacco e della Compassione.
Il lavoro che si svolgerà durante la sessione settimanale lo porteremo avanti nella vita quotidiana con pratiche dinamiche che non necessitano di momenti di stacco o pausa seduta, impareremo tecniche che saranno invece svolte mentre siamo affaccendati con gli impegni di tutti i giorni. Sarà proprio la vita normale il vero terreno di pratica, ed è qui che avviene davvero il cambiamento.
Per chi fosse interessato, il percorso verrà presentato con una breve sessione di prova (gratuita) sabato 3 dicembre alle ore 10:45.
> Scopri come partecipare
Conduce i corsi Fabio Renzi
Mi chiamo Fabio Renzi, da un paio di decenni mi interesso alle discipline di crescita personale. Orientato inizialmente verso la via del nagualismo (sciamanismo tolteco), in seguito mi sono trasferito in India, a Tiruvannamalai (Tamil Nadu), dove ho appreso i principi di diversi sistemi yoga per poi seguire e approfondire l’insegnamento della corrente tantrica, il kundalini tantra yoga, senza per questo mai abbandonare ma piuttosto integrando la visione del nagualismo e del Viaggio Visionario. Praticante della meditazione vipassana della tradizione del buddismo theravada, in India mi sono diplomato nel 1997 come insegnante di yoga presso lo Yoga Institute Vivekananda Kendra di Bangalore (India del sud).
Questo ultimo anno è stato profondamente dedicato alla ricerca, allo studio e alla pratica meditativa del Bardo Thos-Grol, conosciuto in occidente come il libro tibetano dei morti.
“Un grammo di pratica è meglio di una tonnellata di teoria” (Swami Sivananda)