Diventare grandi è un passo importante e per niente semplice
Da sempre l’adolescenza viene riconosciuta come una fase della vita particolarmente delicata, in cui i ragazzi sperimentano modi di essere e tantissime emozioni. Atteggiamenti e comportamenti mutano, si alternano.
È il periodo in cui i genitori si sentono pervasi da una sensazione di incapacità e di delusione imminente. Solo la comprensione dei reciprochi e complessi problemi consente di volgere lo sguardo in avanti, con la tranquillità di chi può far valere le proprie idee e cosciente delle possibili conseguenze.n adolescenza, ci si mette alla prova, è un grande collaudo in direzione della vita adulta.
Tutto a un tratto non si è più bambini e ci si trova a dover:
- accettare il proprio corpo in mutazione
- acquisire una identità personale
- consolidare un’identità sessuale e di genere
- instaurare relazioni con i coetanei e sviluppare una identità sociale.
- creare una propria progettualità futura
Nella mia esperienza clinica ho osservato che esistono alcune specifiche problematiche legate all’adolescenza, alcune fra le più comuni sono:
- Comportamenti di rottura riferiti in particolare all’ambiente familiare
- Uso di sostanze (alcol, stupefacenti)
- Violenza verso gli altri o auto diretta – comportamenti autolesionistici – comportamenti suicidari
- Ricerca eccessiva del rischio
- Menzogna ricorrente
- Chiusura alle relazioni – disagi relazionali con isolamento – solitudine – mancanza di amicizie
- Paure e timidezza eccessivi
- Apatia noia svogliatezza persistenti
- Difficoltà di concentrazione
- Autosvalutazione
- Eccessiva remissività e obbedienza agli adulti di riferimento
- Disturbi del sonno
- Iperinvestimento scolastico a discapito delle altre attività e scarsi risultati o disinteresse scolastico con rifiuto della scuola e assenze prolungate
- Dieta autogestita con restrizioni alimentari
- Abbuffate frequenti
I ragazzi hanno la necessità di rispecchiarsi negli adulti di riferimento e di farsi affascinare da modelli positivi e propositivi, al fine di interiorizzare gradualmente sicurezza ed autonomia, regole e autostima, desideri e intraprendenza. Gli adulti, di contro, hanno il dovere di offrire tali opportunità, diffondendo come un contagio entusiasmo e alimentando prospettive, attraverso un’educazione alle emozioni. Solamente così i ragazzi saranno in grado di misurarsi con la vita, rimanendo con gusto e passione dentro buoni confini, senza alcun pericolo di perdersi.
Mi piace avere uno “sguardo bifocale” mentre osservo i ragazzi che seguo in terapia, uno sguardo che tiene in considerazione non solo quello che loro mostrano di essere in quel momento, ma soprattutto quello che ciascuno di loro può diventare, secondo le potenzialità che cela in sè.