Modello di Stern: lo sviluppo del Sè nel bambino

Lo psicoanalista, specializzato nell’Infant Research, Daniel Stern ha fornito una descrizione precisa dei processi evolutivi dell’esperienza e affermazione del Sé nei primi due anni di vita del bambino.

Secondo il modello di Stern, già nei primi mesi di vita il bambino si rapporterebbe attivamente alla realtà ricavando, dalle precoci e isolate stimolazioni sensoriali che riceve, un emergente senso di sé che andrebbe a strutturarsi e consolidarsi negli anni successivi all’interno della relazione con la madre.

Per il bambino, il corpo è il primo punto della conoscenza di sè. Dicendo “No” il bambino assume una propria identità.

Modello di Stern

  • SÈ EMERGENTE
    Dalla nascita fino ai 2 mesi, il senso del sé deriva dal collegamento di esperienze isolate relative al corpo, alle azioni e dell’esperienza che il bambino fa di tale processo.
  • SÈ NUCLEARE
    Dai 2 ai 7 mesi, occorre che il bambino compia una serie di esperienze, si sperimenta autore delle proprie azioni, si sente come un entità fisica interna, sperimenta stati interni e in sintonia con l’adulto, sperimenta il senso della durata e della memoria.
  • SÈ SOGGETTIVO
    Dai 7 ai 15 mesi, il bambino scopre che l’altro ha sentimenti, motivazioni, oggetti e intenzioni. Quando scopre che anche gli altri possono avere uno stato emozionale simile al suo è in grado di sperimentare l’intersoggettività; questo riguarda 3 aree dell’esperienza: compartecipazione dell’azione, compartecipazione delle interazioni, compartecipazione degli stati affettivi.
  • SÈ VERBALE
    Dai 15 ai 18 mesi, acquisizione del linguaggio, il senso del sé e dell’altro acquista nuove caratteristiche.

Indicatori dell’organizzazione del sé nella prima infanzia

  • Un primo nucleo di consapevolezza di sé si organizza intorno ai 2 anni e si manifesta nei seguenti comportamenti:
  • Uso del linguaggio dei pronomi autoreferenziali = io, tu, mio.
  • Comportamenti oppositivi con l’uso del NO.
  • Assunzione del ruolo dell’altro nel momento in cui gioca a fare qualcos’altro
  • Comparsa di emozioni legate al sé come la vergogna e l’orgoglio
  • Il riconoscimento visivo allo specchio

Le regole sono qualcosa di astratto che riguardano tutti; per esempio: “Non mettere le mani nel piatto!” è una regola concreta che si rivolge solo a lui, invece “Non si mettono le mani nel piatto!” è una regola astratta e il bambino non la capisce.

 

 

 

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