Salute, malattia e processo di guarigione
Esiste un percorso evolutivo che dalla malattia (involuzione-regressione; sintomi) attraverso la sofferenza (dolore; difesa per vantaggio secondario) porta alla guarigione (evoluzione-progressione; modello ideale).
Iniziando ad analizzare questo percorso evolutivo ideale, ricordando che è possibile per l’individuo anche scegliere di non evolvere ma di regredire, consideriamo il significato di ogni concetto espresso precedentemente.
Malattia
In una visione ampliata, possiamo affermare che in un certo senso ci si ammala per guarire. Ovviamente la guarigione può avvenire non allo stesso livello della malattia (es. malattia fisica – guarigione spirituale). In ottica psicosintetica la malattia può essere interpretata come una occasione evolutiva.
Sintomo
Il sintomo permette al soggetto di focalizzare la propria attenzione su di esso e mantenere fuori del proprio campo di coscienza il conflitto intrapsichico che sta alla base del sintomo fisico stesso.
Sofferenza
È l’elaborazione psichica del dolore. Attraverso la sofferenza l’individuo può esprimere una richiesta. La sofferenza è energia che va smossa e reindirizzata.
Dolore
Il dolore può essere considerato come un acceleratore trasformativo. Gli si possono attribuire diverse funzioni fra cui indurre la persona a una rivisitazione della propria vita e dell’immagine che ha di se stessa; indurre riflessioni sul cambiamento anche attraverso l’avvicinamento al raccoglimento e alla meditazione; determinare una riorganizzazione delle energie istintuali, emotive e mentali che favoriscono una tensione all’agire piuttosto che al perpetuare atteggiamenti passivi e nello stesso tempo facilitare la liberazione da attaccamenti eccessivi interni ed esterni.
Difesa per vantaggio secondario
Trattasi di difese psichiche o corazze sul piano fisico che in passato hanno avuto una funzione fondamentale per la sopravvivenza dell’individuo e che persistono nel tempo nonostante la scomparsa della condizione che le aveva determinate perché attraverso di esse si traggono vantaggi secondari. La conseguenza è che però non viene affrontato il complesso emotivo iniziale. Utile un lavoro di analisi cognitiva delle motivazioni e anche l’evocazione del coraggio. Quando parliamo di coraggio (agire col cuore) in terapia ci riferiamo sia al coraggio del paziente che al coraggio del terapeuta.
Toccando in terapia i vantaggi secondari si inizia a fare un lavoro sulle subpersonalità e si crea una tensione fra le polarità opposte nell’individuo. Maggiore è la tensione maggiore è la spinta evolutiva del processo. Il fine ultimo del lavoro sulle polarità è raggiungere l’unicità nella sintesi, quel luogo in cui riposano gli opposti non ancora separati.
Il coraggio è fisico, morale e spirituale e non prescinde da una visione concreta della paura.
Secondo Assagioli esistono 5 tendenze a cui corrispondono altrettante paure principali:
- Istinto di conservazione – paura di morire
- Impulso sessuale – paura della solitudine
- Istinto gregario – paura dell’insicurezza
- Tendenza all’autoaffermazione – paura di non essere visti
- Istinto di indagare – paura dell’ignoto
Dietro ad ogni paura c’è un desiderio.
Il vantaggio secondario della malattia appartiene alla nostra zona ombra. Nella zona ombra dell’individuo sono racchiusi tutti quei tesori che sono necessari alla guarigione. Spazio e tempo sostengono il mondo della polarità, la causalità è una prerogativa dell’emisfero sinistro del cervello, l’emisfero destro ragiona in termini analogici e non la riconosce.
In terapia si lavora sia nel campo causale che in quello analogico.
Tempo
È importante in psicoterapia di lavorare in contemporanea su kairos e kronos.
Kairos (καιρός) è una parola che nell’antica Grecia significava “momento giusto o opportuno” o “tempo di Dio”.
Gli antichi greci avevano due parole per il tempo, kronos e kairos.
Mentre la prima si riferisce al tempo logico e sequenziale, la seconda significa “un tempo nel mezzo”, un momento di un periodo di tempo indeterminato nel quale “qualcosa” di speciale accade. Mentre kronos è quantitativo, kairos ha una natura qualitativa.